Il contratto di convivenza
In cosa consiste il contratto di convivenza e come crearlo o terminarlo
Il contratto di convivenza viene stipulato al fine di regolare il rapporto di due persone non sposate. Esso è stato introdotto in Italia con la Legge Cirinnà, la quale regola le convivenze di fatto. Esso viene di solito utilizzato per regolare i rapporti patrimoniali derivanti dalla convivenza di due individui. In modo da evitare eventuali dispute in caso di rottura o tutele per la perdita di uno di questi. Il contratto di convivenza altro non è che una scrittura privata autenticata da un notaio o da un avvocato successivamente trascritta nei registri del comune, tramite la quale due individui i quali potrebbero essere anche dello stesso genere possono ufficializzare il loro rapporto di convivenza disciplinandone gli aspetti patrimoniali.
A cosa serve il contratto di convivenza
Innanzi tutto il contratto di convivenza ha principalmente una funzione pratica, in quanto è in grado, e per questo viene maggiormente usato, di disciplinare i principali aspetti di una convivenza:
- la contribuzione per la spesa famigliare ripartita per ogni convivente;
- l’eventuale comunione o separazione dei beni;
- le regole per la stipulazione futura di contratti di locazione o compravendita di immobili;
- ed anche eventuali trasferimenti di proprietà di immobili.
Il contenuto del contratto di convivenza
Il contenuto di un contrato di convivenza varia da coppia a coppia e di conseguenza non è uguale per tutti, in quanto ciò che può valere ed andare bene per qualcuno può non andare bene per un altro.
Il contratto viene stipulato seguendo quelle che sono le necessità dei suoi sottoscrittori e tenendo conto dei possibili beni in degli stessi.
Nel contratto si potrà decidere di designare il partner come eventuale amministratore di sostegno ed esprimere il desiderio di assistere la persona amata in caso di malattie fisiche e mentali. Ovviamente essendo tale documento un contratto giuridico può essere eventualmente impugnato in tribunale.
Come porre fine ad un contratto di convivenza
Un contratto di convivenza termina in presenza di determinate condizioni. Le condizioni più ovvie sono il decesso di una delle parti e/o l’eventuale unione civile di una di questa tra le medesime o con altra persona. Oppure basta anche semplicemente, se le parti sono concordi sul punto, la sottoscrizione di un nuovo atto con il medesimo contenuto. Oppure anche la volontà di una delle parti esplicata con la presentazione ad un avvocato/notaio di una dichiarazione unilaterale. Ovviamente in questo caso specifico verrà inviata relativa comunicazione alla controparte.
Ovviamente, anche la risoluzione, al pari di tutte le altre modifiche, deve essere registrata all’anagrafe e viene annotata nel certificato del contratto di convivenza.
La registrazione di un contratto di convivenza
La registrazione di un contratto di convivenza può avvenire in diversi modi.
- attraverso la preventiva presentazione ad un avvocato o notaio. Il quale, verificato che la scrittura privata tra le parti sia stata redatta seguendo le linee guida normative dell’ordinamento italiano, vi appone la propria autentica;
- recandosi da un notaio redigendo in contratto come forma di atto pubblico, modalità obbligatoria in caso di trasferimenti immobiliari.
Una volta redato ed autenticato il contratto di convivenza verrà trasmesso entro dieci giorni presso i registri dell’anagrafe comunale di appartenenza.
A questo punto la coppia avrà accesso alle stese tutele riservate alle persone sposate.